Taiji per la terza età

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Da diversi anni la nostra associazione tiene i corsi di taiji quan e qi gong per adulti e la terza età nei centri anziani di Sesto San Giovanni e al Centro Girola di Milano.

Di anno in anno l’esperienza si è rinnovata ed è divenuta sempre più appassionante.

Tutte le partecipanti e i partecipanti “anziani” nei vari centri si sono rivelate persone con un forte spirito giovanile, felici di trovarsi a fare qualcosa insieme di positivo e divertente: di anziano, nel senso che comunemente è dato a questo termine, ho visto veramente poco.

A queste persone si sono aggiunte via via persone anagraficamente più giovani, piacevolmente sorprese da questa interazione generazionale che, lungi dall’essere un peso, in realtà funge da stimolo per tutti e da “piazza virtuale”.

Dinamiche, allegre e girovaghe (vuoi per i nipotini, vuoi perché “se non andiamo adesso che possiamo, quando lo facciamo?”), le donne in età di questi gruppi non stanno mai ferme.  Gli uomini “pedalano” generalmente in silenzio e sorridenti per stare dietro allo slancio vitale delle loro coetanee.

Il gruppo, curioso, sente il bisogno di un approccio a tutto tondo al Taiji e al Qigong: chiede cultura, testi per “conoscere la forma” e scoprire le origini storiche… domanda, si impegna e si diverte; persone interessate a scoprire l’aspetto energetico e “interno” del metodo, qualcuna tra loro vorrebbe addirittura cimentarsi con le tecniche di difesa personale.

Foto di gruppoIl “divertimento” provato nei corsi è ben diverso da quello che si prova ballando o andando al ristorante; direi che è più simile a un viaggio: anziché nuove località, si osserva il corpo in movimento e le sue sensazioni.

Ho l’impressione che scoprire il mondo interiore, percepire le sensazioni di un gesto, di un respiro, di una postura, sia per loro un vero “viaggio iniziatico”.

La verità è che, a qualunque età, il viaggio interiore è sempre un’iniziazione: loro non lo sanno e, all’inizio, si sentono in difetto. Pensano alla facilità con la quale i giovani apprendono quello che per loro è cosa difficile ma poi, vedendoli, si rendono conto che anche i giovani fanno fatica ad apprendere e che le difficoltà che loro incontrano dipendono più dal poco allenamento che dall’età.

Uno o due incontri alla settimana, nel corso di un anno sportivo, non possono certo sostituire un allenamento quotidiano.  Tuttavia questi gruppi imparano, studiano, si confrontano e magari poi scopri che a casa ripetono qualche esercizio o si mettono in meditazione in una postura di radicamento. Da parte mia l’invito costante che il movimento diventi un nutrimento giornaliero per il corpo e lo spirito.

Tutte queste persone, anche chi non si allena a casa, scoprono un migliore rapporto con il corpo, maggiore equilibrio e fluidità, non solo nel fisico ma anche nei rapporti personali.

Per me e gli insegnanti che mi aiutano è un vero successo: spiego subito loro che il Taijiquan ha molte sfaccettature e può essere al contempo arte marziale, disciplina bionaturale, meditazione in movimento, ginnastica, anche sport volendo.

Il lavoro che propongo loro non è certo marziale, ma tocca il fulcro portante dell’attivazione interna. Loro, sempre curiosi, chiedono ogni tanto di vedere come si può applicare quel tal gesto nella “difesa personale” e restano incantati dalla fluidità e dalla morbidezza dei gesti.

La fluidità, la rotondità, l’assenza di spigoli… sono elementi che  catturano e affascinano, è il continuo alternarsi di Yin e Yang.

Finalmente trovano una disciplina grazie alla quale possono vivere il proprio corpo con più gioia e meno dolori, finalmente si trovano a danzare nello spazio e nel loro mondo interiore.

Vedere come, dallo sconforto iniziale per le difficoltà, trasformano il loro sguardo in un sorriso compiaciuto quando iniziano a “girare nel modo giusto” è un motivo d’orgoglio.

Loro ti ricompensano seguendo e sbuffando, lodandoti per la pazienza e la disponibilità, quando sono loro ad avere pazienza per seguire qualcosa di non facile apprendimento e che mette a dura prova le loro abitudini motorie.

Trovarsi a trasmettere loro tutto questo è per me un onore, oltre che un piacere: spero che questa esperienza possa continuare a rinnovarsi e ampliarsi in futuro perché vedo che tutti, allieve, allievi ed insegnanti, stiamo imparando molto da questo contatto.