Immobilità apparente, universo di movimento

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Siamo fatti per muoverci. In tutto l’universo il movimento rappresenta la vita, dal movimento delle galassie a quello dei nostri corpi umani.

Ma il movimento non è solo quello che si osserva dall’esterno, esso è una condizione indispensabile affinché la vita possa scorrere.

Il sangue nelle nostre arterie e nelle vene, il movimento degli organi interni, il battito cardiaco, le frequenze dell’encefalo, il respiro… sono esempi evidenti di come il movimento sia sinonimo di vita. Il movimento è anche relazione interpersonale, comunicazione: anch’essi sono il risultato di un processo vitale.

Lo stesso albero, apparentemente immobile, ha un continuo movimento vitale al proprio interno, lentamente cresce, si allunga, i rami si moltiplicano, le radici si espandono nel terreno, foglie, fiori e frutti testimoniano il continuo cambiamento interiore e la maturazione dell’albero.

Gli alberi comunicano tra loro e interagiscono con le diverse forme di vita con cui vengono a contatto, è sufficiente vedere le tecniche di sopravvivenza adottate da alcune specie per evitare di venire aggredite dagli insetti: colori, spine e veleno ne sono un esempio. Le piante comunicano.

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Il movimento umano: la lezione di Lao Tse.

Laozi (traslitterato anche come Lao Tse o Lao Tsu) è considerato il padre del pensiero taoista. A secondo delle fonti Laozi visse nel periodo della dinastia Zhou (1122-256 AC), per gli storici cinesi l’anno di nascita di Laozi potrebbe corrispondere al 604 a.C. (da notare che Buddha e Confucio nacquero nello stesso pediodo, i tre pensatori sono quindi quasi contemporanei).

Si legge nel Tao Te Ching di Laozi, testo classico del taoismo:

L’uomo, quando nasce,

è tenero e debole,

quando muore,

è duro e rigido.

Tutte le cose, l’erba, gli alberi,

quando nascono,

sono teneri e fragili,

quando muoiono,

sono aridi e secchi.

Ciò che è duro e rigido,

appartiene alla morte,

ciò che è tenero e fragile,

appartiene alla vita.

Se un’armata è forte,

non vince;

e se un albero è tozzo,

viene abbattuto.

Ciò che è forte e tozzo

Sta al di sotto,

e ciò che è tenero e debole

sta al di sopra.

(Tao Te Ching, cap. 76, Ed. Il sagittario rosso)

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Il concetto è chiaro: il neonato è morbido e flessibile, l’anziano è rigido.

La maggiore rigidità si raggiunge con la morte, motivo per il quale sviluppare un corpo morbido e flessibile lo rende più vitale, lo ringiovanisce.

Questo è il motivo per il quale ogni tecnica che incrementi scioltezza, distensione, flessibilità, in qualche modo aiuta a portare indietro l’orologio biologico.

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Cosa succede però quando il movimento esterno si riduce volontariamente?

Dipende. Se il movimento interno diminuisce proporzionalmente al movimento esterno, allora la vitalità tende a calare: questo è il motivo per cui si cerca di mantenere negli anziani la voglia di dedicarsi ad attività motorie e di ravvivare interessi e curiosità intellettuali.

Se invece, attraverso esercizi mirati, il movimento esteriore del corpo temporaneamente diminuisce, ma aumenta l’attivazione interna, il risultato è diametralmente opposto: la vitalità è accresciuta e potrà esprimersi con più facilità successivamente nel movimento corporeo.

Ciò permise a Wang Xiangzhai di affermare che “L’immobilità apparente contiene tutti i movimenti; l’immobilità è il movimento dell’universo”.

Non si parla in questo caso di un’immobilità assoluta e priva di intenzionalità, ma di micromovimenti intenzionali che producono onde di risonanza interiore.

La differenza non è poca cosa, chi pratica in tal modo può con ragione affermare che si tratta di una differenza abissale.

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Il cervello forse non sa…

Il cervello probabilmente non distingue in modo così chiaro tra la realtà e il sogno, quest’ultimo vissuto semplicemente come un diverso piano di realtà.

Una parte della corteccia cerebrale è adibita all’anticipazione dei movimenti: si tratta dell’area che prepara il corpo ad agire e predispone la successione di azioni che avverranno.

Quell’area si attiva anche durante il sogno. Si comprende quindi la forza dell’intento.

L’intenzione anima il potenziale movimento e predispone il corpo affinché lo possa compiere nel migliore dei modi.

Una delle prevalenti funzioni delle posture è quindi quella di aumentare le connessioni neuronali e l’integrazione nei possibili movimenti. La percezione interna è accresciuta e stimolata a collegarsi a sensazioni piacevoli, il lavoro energetico-informativo è così esaltato al massimo.

Diversi esercizi sono possibili attraverso le posture dello zhan zhuang.  Volendo sommariamente farne un elenco parziale potremmo dire che lo studio delle posture ha la funzione di: allineare e decontrarre il corpo, amplificare la percezione energetica (mappe di agopuntura e campo energetico personale), quella sensoriale (organi di senso e propriocettori), studiare la possibilità di contrazione e decontrazione volontaria dei diversi gruppi muscolari e l’impulso nervoso, integrare i diversi stimoli sensoriali e motori in associazione allo stato di coscienza.

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