Forme di meditazione

Tutte le arti interne cinesi sono considerate anche come forme di meditazione.

Nella meditazione cinese, in particolare nella pratica buddhista e in quella taoista, si considerano 4 modi fondamentali per praticare la meditazione: da sdraiati, seduti, in piedi e in movimento. Questi 4 modi devono servire a praticare la meditazione nella vita quotidiana.

4 modi per meditare

Si può meditare da sdraiati, da seduti, in piedi, in movimento.

Tali modi per affrontare la meditazione permettono di arrivare allo scopo di trasformare i gesti quotidiani della vita in una forma di meditazione.

Qui e ora, in ogni gesto.

Il modo di praticare la meditazione in questi 4 modi è differente.

Il punto comune è l’osservazione di se stessi scevro da giudizi.

Riflessione e meditazione

Occorre distinguere tra la meditazione di alcune fedi religiose, intesa come riflessione attorno a dei pensieri o a delle suggestioni, con la meditazione orientale intesa come semplice osservazione.

In questo secondo caso, che è quello che ci interessa, si lascia la presa dai pensieri per spostare l’attenzione sullo stato di presenza e sui cambiamenti di stato fisico ed emozionale mentre tranquillamente si respira e ci si osserva.

Ovviamente questo tipo di meditazione non esclude l’altro.

Silenzio e immobilità sono condizioni essenziali per aprirci all’ascolto di noi stessi. In essi difese e chiusure non hanno più ragione di esistere; così possiamo scoprire ciò che è in noi e nel nostro corpo.

Non si cerca uno stato particolare, semplicemente si osserva il proprio stare: a poco a poco i pensieri non premono più e tra un pensiero e l’altro c’è uno spazio che si rivela, nel quale si trova la fonte delle proprie cose migliori.

Occorre quindi imparare l’arte di fermarsi: fermare i pensieri, le abitudini, e osservare le emozioni forti che ci condizionano. La paura, la disperazione, la rabbia e il desiderio possono essere superati adottando uno stile di vita più lento, più consapevole.

Come faceva osservare Wang Xiangzhai, fondatore del Dachengquan (Yiquan):

«Il movimento grande è meno efficace del movimento piccolo,

il movimento piccolo è meno efficace dell’immobilità.

Nell’immobilità si manifesta il movimento dell’Universo».

L’immobilità è quindi la madre del movimento.

L’osservazione e la consapevolezza ci mettono in grado di riconoscere la forza dell’abitudine ogni volta che si manifesta.

Osservandola senza aggressività, senza combattere, senza voler giudicare: se solo le sorridiamo, perderà molta della sua carica. La presenza mentale è l’energia che ci permette di riconoscere la forza delle nostre abitudini e impedisce loro di dominarci e di farci soffrire.

Meditare significa entrare in contatto con se stessi, la natura e la vita.

L’osservazione di se stessi include la percezione dei diversi recettori che abbiamo nel corpo e che incessantemente forniscono informazioni al cervello, dei canali di agopuntura nei quali scorre il qi, del nostro respiro e dei punti che il respiro raggiunge nell’organismo.