Cenni storici

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Gli scritti antichi sulle arti marziali cinesi attendibili e chiaramente databili sopraggiunti a noi sono purtroppo relativamente pochi; è quindi difficili tracciare una chiara e univoca storia antica delle arti marziali cinesi e bisogna in parte rifarsi alle leggende e i racconti tramandati nelle singole scuole.

Un’altra difficoltà dipende dal fatto che la stessa disciplina prendeva nomi diversi a secondo delle epoche e dei maestri che le diffondevano. Come ogni artigiano che si rispetti, i vari maestri non si limitavano a trasmettere quanto avevano appreso, ma aggiungevano e trasformavano il contenuto della loro pratica sulla base delle esperienze e dei maestri che a loro volta incontravano: di conseguenza cambiavano anche il nome della loro arte.

Il taiji quan è una disciplina di origine taoista, fatta risalire alla figura leggendaria di Zhang sanfeng.

Pur essendo la storia più tramandata nell’ambito delle arti marziali, bisogna però dire che la versione secondo la quale Zhang Sanfeng fu il creatore del Taijiquan, mentre il monaco buddhista Bodhidharma diede invece origine allo Shaolinquan, furono fortemente contestate in un libro del 1930 dallo storico Tang Hao (1896-1959, storico e appassionato di arti marziali), che le considerava una forzatura.

Dai documenti storici ufficiali, le prime forme codificate di tale disciplina risalgono attorno al 1600. Sembra che non esista scritto, antecedente a questa data, che usi il termine “taijiquan”.

Con questa considerazione non si vuole disconoscere che l’origine di questa disciplina si perda nella notte dei tempi, ma che il termine “taiji” usato per definire la disciplina sia nato solo successivamente.

Gli esercizi e le sequenze di movimento variano da scuola a scuola, anche nell’ambito dello stesso gruppo di stile. Il nucleo centrale della pratica è, però, comune a tutte le scuole e si richiama ai principi taoisti sviluppatisi più di tremila anni fa.

Con Lao Zi inizia la diffusione delle pratiche taoiste che consistevano in esercizi psicofisici per la salute e la trasformazione dell’energia, che si dice dotassero i praticanti di poteri straordinari. Questi esercizi sono stati raccolti, assieme ad esercizi buddisti e di altre tradizioni, sotto il termine di qi gong (“padronanza dell’energia”).

Quando si parla di taiji quan e di qi gong, bisogna quindi intendere esercizi psicofisici taoisti. La tradizione narra di molti taoisti famosi in tutta la Cina che si susseguirono nelle varie epoche storiche.

Uno di questi, presunto discepolo di Zhang Sanfeng, passò le proprie conoscenze a un principe della contea di Wen nello Henan, tale Chen Wang Ting, il quale, valido generale, introdusse le basi degli esercizi taoisti nell’arte militare, modificando, nel contenuto, sequenze di movimenti marziali che derivavano dalla scuola del generale Qi Jiguang.

Dalla scuola Chen nacquero successivamente altre scuole come la Yang, la Wu, la Hao, la Sun… e molte altre. L’evidenza della traccia comune rende innegabile il patrocinio della sequenza a Chen Wang Ting.

Questo non significa che ciascuna scuola, non abbia avuto altre esperienze di pratiche taoiste di differente origine.

Oltre al taiji quan esistono altre discipline che si rifanno agli stessi princìpi: Il bagua zhang, lo xingyi quan, lo yi quan (dacheng quan) e altre ancora.